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MOMENTI DI TRASCURABILE

FELICITA' - IL SITO CHE SI CARICA IN UN'ORA E 32 MINUTI.

Un lavoro premiato agli Adci Awards 2019:
Shortlist in Branded Experience
Shortlist in Branded Content
Shortlist in Radio&Copywriting
Shortlist in uso innovativo dei media 

Argento in radio 

Argento in Branded Content Owned Media

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Soggetto: Il sito che si carica in un’ora e trentadue.
Cliente: 01Distribution
Prodotto: Momenti di trascurabile felicità
Agenzia: PLURAL www.pluralagency.com

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Scopri il sito: www.momentiditrascurabilefelicita.it

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Lavori svolti:

‣ Social Strategy

‣ Content Curation

‣ Creativity

‣ Community Management

‣ Live Coverage conferenza stampa

‣ Realizzazione sito web.

- Ideazione concept e idea

- Sceneggiatura e script per podcast

- Gestione set in studio

"In un’ora e trentadue minuti la vita può cambiare? Forse no, ma è un tempo consistente per riflettere su tante cose, compresi i momenti di trascurabile felicità. Ma in quale frangente attuale, tra il lavoro e incessanti notifiche dei social network, è possibile recuperare tale tempo? Paradossalmente, aspettando che un sito online si carichi. Una tempistica inaccettabile in quasi tutti i casi, a meno che non si voglia approdare sul sito del film Momenti di trascurabile felicità. La pellicola diretta da Daniele Luchetti, con Pif e la cantattrice Thony, sarà nelle sale il 14 marzo: è un libero adattamento per lo schermo di due libri dello scrittore Francesco Piccolo, rispettivamente Momenti di trascurabile felicità e Momenti di trascurabile infelicità.

Nel film, ambientato a Palermo, il protagonista muore a seguito di un incidente stradale. Ma gli verrà concessa un’ora e mezza in più sulla Terra, che proverà a spendere al meglio. Non è detto che ci riesca, ma non mancheranno i momenti di trascurabile (in)felicità tra un evento e l’altro: dopotutto, finché puoi provarci, anche a sbagliare, sei vivo.

Il sito del film propone la stessa chance a chi vuole navigarlo: fermarsi un’ora e trentadue minuti, quanto richiede il caricamento, per vivere un tempo diverso, in compagnia di Pif, Thony e Luchetti. I due attori e il regista romano sono infatti i protagonisti del podcast al termine del quale appare il portale del film, quello canonico, con trama, cast, foto, contenuti speciali e collegamenti social (in anteprima per Wired ecco il primo minuto del podcast, qui sopra). Pif, Thony e Luchetti conversano e si confrontano, parlando molto di felicità (come riconoscerla e definirla) ma anche di tempo perso, domande stupide, cose da fare prima di morire, vita digitale e tormenti analogici.

Alcuni sono di fatto i temi della pellicola (in cui recita anche Renato Carpentieri che, letteralmente, fa l’impiegato in Paradiso) ma anche domande alla portata di tutti, che il podcast stimola tra le opinioni e i momenti musicali che intervallano la conversazione. Si parla anche di social (che accentuano a quanto pare i momenti di infelicità), di cibo, di relazioni che fanno perdere tempo, di Palermo, città troppo spesso associata sul grande schermo al tema mafia, ma non in questo caso. Bisognerà arrivare in fondo al podcast per concludere questo percorso, a suo modo tematico, sulla definizione di felicità.

Nella conversazione emergono anche temi tech: dalle app che monitorano il tempo speso sui cellulari alla capacità di staccare i telefoni, soprattutto quando si è sul set. Uno dei grandi temi della contemporaneità dopotutto è trovare tempo di qualità, se non la felicità, tra una cosa e l’altra e soprattutto nel flusso digitaleperenne. Il podcast chiede a chi ascolta di abbandonarsi ma anche di avere pazienza e arrivare in fondo (cosa non facile, considerati i tempi medi di attenzione online). È anche questione di prorità: un aneddoto gustoso lo regala in materia proprio Daniele Luchetti, che insegna regia. Quando consiglia i film da vedere agli studenti per poi discuterne, questi ultimi chiedono subito la durata della pellicola (lamentandosi talora per la lunghezza). Se però Luchetti confessa di aver mollato una serieperché poco convincente, gli allievi lo esortano a continuare, perché ci vuole tempo per arrivare alla svolta decisiva. Insomma, tre ore di film no, ma quattro stagioni sì: ognuno ha la sua ricetta per un momento di trascurabile felicità."

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Tratto da: https://www.wired.it/play/cinema/2019/02/25/sito-caricarsi-pif/

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